Ieri mattina, martedì 15 Marzo 2016, ho avuto il piacere di assistere ad una conferenza qui a Milano che presentava la nascita di una startup italiana come istituto indipendente di comunicazione etica.
Questa realtà ha l’ambizione di proporsi come ente pubblico che sia in grado di posizionarsi fra i consumatori e le aziende per creare una sorta di supporto e sostegno per la salvaguardia di entrambi.
Da questa conferenza è emerso il delicato argomento di etica e pubblicità e mi ha fatto riflettere sul ruolo della comunicazione nella società e su quanto un messaggio pubblicitario ha il diritto di spingersi e di osare per non rischiare di scivolare nell’illegalità.
Riflettere su un tema come questo è importante non solo per il consumatore che ha il diritto di sentirsi tutelato, ma anche per tutte quelle realtà che della comunicazione ne fanno il proprio lavoro e per le aziende che attraverso la pubblicità devono farsi conoscere e conquistare la fiducia del pubblico.
Etica e pubblicità: la comunicazione è buona o cattiva?
Il pubblico, soprattutto quello italiano, di questi tempi si sente sfiduciato a prescindere da tutto.
Il consumatore medio a differenza di qualche anno fa, ha la necessità di informarsi e di conoscere di più in merito ai prodotti che acquista e ai servizi che gli vengono offerti ed ha imparato con il tempo a non fidarsi più delle cose che sente in televisione o che legge sui cartelloni pubblicitari.
Grazie anche all’avvento di internet, gli utenti non sono più dei semplici “allocconi” che si bevono qualsiasi informazione, ma con il tempo sono diventati sempre più diffidenti nei confronti delle grandi promesse e dei messaggi espressi dagli slogan pubblicitari.
D’altro canto come dargli torto?
Per anni la pubblicità ha cercato di rispettare le regole della vendita e del marketing, dove lo scopo primario era quello di incrementare il fatturato senza curarsi troppo delle proprie azioni e del loro valore etico/sociale.
La pubblicità deve trasmettere “l’irresistibilità” del prodotto e deve essere capace di far nascere un bisogno e una necessità nel consumatore per invogliarlo all’acquisto dell’oggetto o del servizio.
Non sempre però, a mio avviso, si sono rispettati i valori di eticità e rispetto e molte pubblicità andate in onda in spot televisivi per anni o sui cartelloni pubblicitari, hanno ingannato il pubblico con “claim” poco veritieri, ma decisamente impattanti.
Ad oggi, quindi, al fronte della sfiducia del consumatore nei confronti della pubblicità, quale deve essere lo scopo delle agenzie di comunicazione e delle aziende che fanno marketing?
Nel 2016 oramai, i consumatori sentono la necessità di sentirsi tutelati e hanno bisogno di ritrovare la fiducia da parte della pubblicità e delle aziende che commercializzano il proprio brand.
Ed è proprio questo il motivo per cui internet e i social hanno avuto così successo anche nel mondo dell’advertising e del marketing!
I social e il web in generale sono riusciti in pochissimi anni a stravolgere letteralmente le regole della pubblicità e della comunicazione e, con queste anche il rapporto fra etica e pubblicità.
A rendere il web così attraente per i consumatori è stato proprio il fatto che il mondo di internet è trasparente: non c’è spazio per la menzogna perché verrebbe subito scoperta e distrutta.
Grazie alla potenza del messaggio istantaneo e diretto dei social, gli utenti si sono trasformati da semplici spettatori ad attori protagonisti, tanto che hanno cominciato a comunicare fra loro esprimendo i propri pareri e le personali opinioni.
Al giorno d’oggi prima di procedere all’acquisto di un prodotto o un servizio, il pubblico si confronta sul web e chiede le opinioni di chi, prima di loro, ha già provato quel determinato oggetto o quella marca. Le persone si fidano del giudizio degli altri, perché li sentono alla pari, al proprio livello e sono sicuri che quest’ultimi non hanno secondi fini legati alla vendita o altro.
Per questo motivo le agenzie di comunicazione e le aziende devono fare una pubblicità onesta e sincera, raccontando un’emozione attraverso storie vere che siano capaci di avvicinarsi alla gente.
Il marketing deve affrontare la cultura e la filosofia per rendere la comunicazione più umana e trasparente, che sia rispettosa nei confronti del consumatore.
E’ necessario realizzare campagne pubblicitarie che siano capaci di esprimere valori etici che sappiano valorizzare ed esprimere la forza di un brand attraverso una comunicazione onesta, concreta e creativa.
Tornando alla mia domanda iniziale se esiste la verità nella comunicazione, la mia risposta è si, e la si trova nei social network e sul web:
nel 2016 non basta più comparire in uno spot pubblicitario in televisione, ma è necessario essere presenti sui social dove si può raccontare di se stessi e delle proprie esperienze attraverso una comunicazione leale, dove si può interagire con il proprio pubblico e dove è possibile fare pubblicità in modo etico!