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Hit Estive: siamo davvero pronti ad una nuova Despacito?

Flavio Cremonesi Luglio 3rd 2020

Hit Estive: siamo davvero pronti ad una nuova Despacito?

Durante le scorse estati ci siamo divertiti (o forse non troppo) sulle note delle più disparate hit estive, dei tormentoni e di quelle canzoni che hanno passato in radio per migliaia di volte fino a farle diventare un chiodo fisso.

Questo Coronavirus cambierà le carte in tavola?

(Spoiler alert: no).

UN PASSO INDIETRO: LE CANZONI NASCONO O DIVENTANO HIT ESTIVE?

Entrambe; ma andiamo per ordine.

Gli artisti oggi, ormai, sono ben a conoscenza di come si muove il mondo della musica e di come un pezzo estivo, con un ritornello fresco e delle note dinamiche impieghi davvero pochissimo ad entrare nella testa delle persone.

Radio, Youtube, YouTube e radio a partire da inizio giugno incessantemente spingono canzoni a raffica passandole anche 5, 6,7 volte in una sola giornata. Il risultato è che nel giro di brevissimo ci troviamo a cantare “Italianaaa” oppure “col trattore in tangenziale andiamo a comandare” o meglio ancora “despacitooo”.
Ecco, senza nemmeno volerlo iniziamo costantemente ad ascoltare queste canzoni in maniera persistente, martellante e continua finendo per memorizzarle in men che non si dica. Fino ad odiarle.

La comunicazione in questo senso ha un ruolo fondamentale, a partire dai social dell’artista, passando per le comunicazioni visive e fino ad arrivare alla radio. L’obiettivo di tutti questi mezzi è spingere l’ascoltatore ad ascoltare sempre giù frequentemente il pezzo, ad immedesimarsi e iniziare a cantarlo come se fosse la propria canzone preferita. E bisogna dire che in questa situazione chi comunica ci sa fare, eccome.

Gli artisti sanno davvero come costruire un pezzo che faccia divertire e che catturi immediatamente l’attenzione, insomma che sia un po’ “catchy”.

Molte altre volte però è capitato quasi per caso come ad esempio Fabio Rovazzi con la sua Andiamo a Comandare che probabilmente mai avrebbe immaginato un successo disumano della sua canzone ritrovandosi milioni e milioni di visualizzazioni e flotte intere di persone che la ballavano sulle spiagge.

Dopo questa prima esperienza il giovane Milanese ha capito che poteva conquistare sostanzialmente l’italia intera e quindi puntuale come un orologio svizzero da quattro estati a questa parte pubblica un pezzo. Che immediatamente è una Hit.

E di Alvaro Soler o Luis Fonsi ne vogliamo parlare? Qualcuno ha mai ascoltato una loro canzone in un periodo diverso da quello giugno-settembre? 

Ecco loro sono i veri professionisti della hit estiva, capaci con il sound spagnoleggiante di conquistare l’Italia intera a suon di ritmo e balletti.
Cercando su YouTube proprio Descpacito scopriamo che ha 6,7 miliardi di visualizzazioni.
SEI VIRGOLA SETTE MILIARDI.
In pratica se considerassimo come popolazione di riferimento quella italiana, ogni persona avrebbe sostanzialmente ascoltato 112 volte la canzone. Mostruoso.

E NEL PASSATO? “CANZONI DELL’ESTATE”

La parola “Hit” ci può facilmente ingannare con il suo inglesismo facendosi pensare che la loro nascita sia recentissima però in realtà ci sbagliamo di grosso. Perché certo non esistevano le hit estive ma i tormentoni dell’estate.
Sembra quasi una parola antica e in disuso ma in realtà era usatissima prima che comparisse la più cult traduzione inglese.

Scorrendo di molto indietro nel tempo possiamo trovare ad esempio canzoni che risalgono agli anni 60’ e 70’ ma che ancora oggi cantiamo: Azzurro di Adriano Celentano, Sapore di Sale di Gino Paoli, Gloria di Umberto Tozzi. Pezzi intramontabili che oggi riempiono ancora i nostri momenti karaoke. 

Chissà se anche 50 anni fa venivano ballate in spiaggia.

GLI EFFETTI DEL CORONA VIRUS SULLE HIT ESTIVE

Il virus ha impattato sicuramente il mondo della musica ma di certo gli stakanovisti dei tormentone non si lasceranno toccare più di tanto e stanno già sfornndo il loro pezzone che puntualmente verrà trasmesso centinaia e centinaia di volte in radio finché arriverà il momento in cui non ne potremo più e finiremo per odiarle.
Certo probabilmente non finiremo per ballarle in spiaggia o comunque se lo faremo saremo distanti e si perderà sicuramente quella sensazione appiccicaticcia di crema solare del vicino con cui ci scontriamo durante i balli sfrenati.
Finiremo per registrare un video mentre le balliamo nel giardino di casa indossando la mascherina. Probabile.
Avrà la maggior parte come tema il mare che (forse) non ci sarà? Ancor più probabile.

Una cosa è certa però, anche quest’anno finiremo per ascoltarle 120 volte in radio e sì, probabilmente finiremo ad odiarle come sempre.

Ma allora siamo sicuri di essere pronti ad una nuova Despacito?

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