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IL SIGNIFICATO DELLE ESIBIZIONI DI ACHILLE LAURO A SANREMO 2020

Eleonora Francesca Grotto Febbraio 11th 2020

IL SIGNIFICATO DELLE ESIBIZIONI DI ACHILLE LAURO A SANREMO 2020

Scopriamo insieme il significato delle esibizioni di Achille Lauro a Sanremo 2020 e i motivi che lo hanno spinto a portarle in scena.

Quando qualche settimana fa è uscito il nome del pezzo che Achille Lauro avrebbe portato a Sanremo, si è urlato allo scandalo.

“Me ne frego”.

Un modo di dire legato a tempi bui che ha fatto drizzare le orecchie a molti, spaventati che ancora una volta, un rapper potesse usare a sproposito determinate parole.

Nessuno si sarebbe immaginato che oggi, cercando su Spotify questo pezzo, ci saremmo trovati davanti due immaginari così diversi.

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SAN FRANCESCO – LA PRIMA ESIBIZIONE

“Ci son cascato di nuovo”.

Con queste parole, il mantello cade e inizia l’opera d’arte di Achille Lauro al Festival di Sanremo 2020.

Quattro serate dove il rapper romano, ha  distrutto tutte le radicate tradizioni del festival più famoso d’Italia e ha anche lanciato un vero guanto di sfida alle certezze patriarcali del nostro bel paese, a colpi di tutine glitterate e ammiccamenti civettuoli con l’eccezionale Boss Doms.

Nella prima serata Lauro diventa un moderno San Francesco, che invece che spogliarsi dei suoi averi, spoglia noi delle nostre convinzioni, quelle che ci dicono come un uomo e una donna si vestono, si comportano, scelgono o si esibiscono.

Perché parliamoci chiaro, anche nel mondo della musica, un mondo molto vicino all’arte, questa performance ha fatto stortare non pochi nasi, e il motivo è semplice.

Non se lo aspettavano.

Non si aspettavano che dalla collaborazione tra un rapper e un direttore creativo di Gucci (Nicolò Cerioni) potesse uscire non un outfit da ammirare sui giornali nei giorni successivi alle kermesse, ma una performance vera e propria, che non ci dimenticheremo per parecchio tempo.

GLI UOMINI CHE CAMBIANO – LA SECONDA ESIBIZIONE

Negli ultimi anni il mondo della musica si è ricordato di un torto mai sanato.

Quello subito da Mia Martini.

Una donna allontanata dal suo ambiente, additata nel modo più infamante possibile, lasciata sola alla fine, dimenticata per anni e riportata alla luce solo recentemente, ma forse mai come avrebbe meritato.

Fino ad ora.

Annalisa e Achille Lauro in versione Ziggy Stardust, portano sul palco dell’Ariston “Gli uomini non cambiano“, una delle canzoni più intime e dolorose della cantante scomparsa, ma lo fanno attribuendo significati nuovi e forse, anche positivi.

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Nell’ultima strofa della canzone, sulle parole

“Amore, gli uomini che cambiano
Sono quasi un ideale che non c’è
Sono quelli innamorati come te”

Lauro si mostra a braccia aperte, come ad indicare se stesso come l’esempio di uomo diverso, rispetto a quello cantato dalla Martini.

Questo concetto viene ribadito per tutta l’esibizione, in molti modi diversi: la canzone non viene riadattata alla tonalità di Lauro, ma resta fedele all’originale, mettendo maggiormente in evidenza le doti di Annalisa, che viene lasciata centrale sul palco, mentre il rapper, per tutta la durata dell’esibizione, rimane umilmente due passi indietro rispetto alla collega (una frecciata alla dichiarazione di Amadeus sulle donne e i “passi indietro”?).

Non casuale anche la scelta di apparire nei panni dell’indimenticabile David Bowie, calato nelle vesti dell’alieno Ziggy Stardust, un pioniere non solo della musica, ma anche dell’identità e della sessualità fluida.

LA DIVINA MARCHESA CASATI STAMPA – LA TERZA ESIBIZIONE

Per chi non ne avesse mai sentito parlare, ecco qualche informazione.

La Divina Marchesa Luisa Casati Stampa, è stata la musa ispiratrice di alcuni dei principali artisti dei suoi tempi, oltre che una grande mecenate, “performer prima della performing art e opera d’arte vivente.”

Iconico in questa esibizione anche il siparietto con Boss Doms e il rossetto.

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ELISABETTA I, LA REGINA VERGINE – LA QUARTA ESIBIZIONE

Ed è con un bacio che si chiude una performance durata quattro serate.

Vestito in rosa antico, con dei pantaloni rosso fuoco, Lauro impersona Elisabetta I (la regina che rinunciò a sposarsi per non perdere il potere e che per tutto il corso della sua vita si fece promotrice di arte e cultura) e bacia con passione la sua fidata spalla Boss Doms.Risultato immagini per BACIO LAURO DOMS

Un bacio che, unito a tutto il resto, non dimenticheremo tanto facilmente.

Ho sempre contaminato un genere con l’altro cercando di inventare musica non catalogabile ed impossibile da etichettare.
Un anno fa ho iniziato ad immaginare la mia musica in modo diverso:
volevo creare una performance artistica che suscitasse emozioni forti, intense e contrastanti,
qualcosa che in pochi minuti fosse in una continua evoluzione visiva ed emotiva.
Un piece teatrale lunga 4 minuti.
“Me ne frego” è un inno alla libertà sul palco piu istituzionale d’Italia.
La mia speranza è che potesse scuotere gli animi degli insicuri e le certezze di chi é fermo sulle sue certezze,
perchè è sempre fuori dalla “zona comfort” il posto in cui accadono i miracoli.
Me ne frego é un inno alla liberta di essere cio che ci si sente di essere.
Me ne frego, vado avanti, vivo, faccio: questo è il messaggio che ho voluto dare con la canzone, è questo e il senso vero della scelta dei personaggi che io, il mio coodirettore creativo Nicoló Cerioni e il mio manager&Responsabile progetto Angelo Calculli abbiamo pensato di portare sul palco dell’Ariston. Menefreghisti positivi, uomini e donne liberi da qualsiasi logica di potere personale.
Un Santo che se ne è fregato della ricchezza e ha scelto la “libera” povertà, un cantante che se n’è fregato dei generi e delle classificazioni sessiste, una Marchesa che a dispetto del suo benessere ha scelto di vivere lei stessa come un’opera d’arte, diventando una mecenate fino a morire in povertà e una regina che ha scelto la morte, evitando di curarsi abdicando, pur di restare li a proteggere e vivere per il suo popolo.
La condizione essenziale per essere umani è essere liberi.

[Instagram Achille Lauro]

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