In cima alle notizie più chiacchierate dalla giornata c’è la vacanza alle Baleari di Victoria De Angelis, musicista dei Maneskin, in compagnia della sua nuova fiamma: la modella Luna Passos. La vacanza è stata ovviamente interamente raccontata da Victoria attraverso gli scatti e i video pubblicati sui suoi canali social. La stessa musicista ha parlato a più riprese dell’importanza di mostrare e parlare pubblicamente delle relezioni “non convenzionali”.
L’inclusione e l’accettazione sono certamente valori da incoraggiare e promuovere, ma siamo proprio sicuri che questo sia il modo giusto per farlo?
Inclusione e normalizzazione non sono l’unico tema importante
Victoria ha da sempre raccontato la propria esperienza di persona queer nel nostro paese, definito dalla stessa musicista “paese molto conservatore”.
È vero, l’Italia è un paese conservatore in cui, come sostenuto da Victoria in un’intervista a Vanity Fair del 2021 “ essere eterosessuali è la norma” e dove l’inclusione e l’accettazione di ciò che devia rispetto a questo orientamento sessuale, viene visto spesso, soprattutto tra le generazioni più mature, con sospetto e circospezione.
In altre parole, i principi sostenuti da Victoria e coerentemente comunicati al grande pubblico attraverso la musica della band, sono principi importanti, da sostenere e condividere.
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Questi temi sono proposti e trattati quotidianamente da svariati profili social e da tutte le testate giornalistiche. Questo focus e questo aggrapparsi con le unghie e con i denti a tutti i costi ai concetti di accettazione e normalizzazione, distoglie tuttavia l’attenzione da altri argomenti che meriterebbero invece qualche minuto di attenzione in più.
Ciò di cui si sente poco parlare per esempio è l’appiattimento del mondo dell’arte, compreso quello musicale, a semplice universo costellato da vip il cui ultimo abito indossato e più glamour taglio di capelli sfoggiato, rappresentano le notizie più importanti da comunicare al pubblico.
In altre parole: Victoria De Angelis è una musicista, la sua vita sessuale e sentimentale dovrebbe trovarsi in secondo piano rispetto alla sua vita professionale. Anche perché, in fondo, non è proprio il momento in cui qualcosa non viene più portata alla ribalta perché considerata “normale” a rappresentare un vero e proprio contributo alla normalizzazione della cosa stessa? Se si vuole cioè normalizzare un orientamento sessuale diverso da quello eterosessuale, non è forse dando per scontato questo concetto tra le righe di una qualsiasi notizia che si verifica un vero processo inclusivo nella mente del singolo e di riflesso nell’intera società, invece di spiattellarlo in prima pagina a caratteri cubitali?
Invece no. A fare notizia è ancora una volta il nome dell’ultima fiamma e la location in cui si è tenuta la vacanza. Se si vuole sostenere un’artista, perché non focalizzarsi invece sulle sue abilità professionali, sui progetti discografici e sui concerti. Ciò che vende di più è evidentemente ormai ben lontano dalle abilità artistiche del soggetto.
Da Victoria De Angelis alle conseguenze di un uso distorto dei social
Al momento della propria nascita, i social avevano come obiettivo la promozione della creazione e del nutrimento di un legame tra le persone. Servivano per sentirsi più vicini ai propri cari lontani, e spesso venivano propriamente utilizzati anche come fonte d’ informazione primaria poichè le notizie condivise dalle principali testate giornalistiche avevano un valore reale per la comunità. Gli algoritmi dei social però a quanto pare, non vanno d’accordo con i principi etici e morali in precedenza realmente importanti. Le logiche del clic, della notizia fresca e delle informazioni più accattivanti, a prescindere dallo spessore del loro contenuto, hanno ceduto il posto, con il tempo, a notizie e contenuti sempre più frivoli. Determinati argomenti, proprio come quello della normalizzazione e dell’accettazione del “diverso”, sono diventati poi di vera tendenza al punto da oscurare o rendere banalmente meno interessanti tanti altri argomenti fondamentali per la società.
Se da una parte quindi i giornali dovrebbero impegnarsi di più in quella che dovrebbe essere la propria missione di informazione reale e utile allo sviluppo di cittadini consapevoli , dall’altra parte è altrettanto vero che siamo noi, con i nostri comportamenti, ad influenzare ed alimentare ogni giorno le logiche consumistiche dietro a questo genere di scelte giornalistiche. Ogni giorno, ogni singolo utente, può scegliere di comportarsi in modo più responsabile, anche semplicemente passando oltre una notizia “acchiappa clic”.
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