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Victoria De Angelis: quando parlare della propria sessualità diventa prioritario

Giugno 8th 2023

Victoria De Angelis: quando parlare della propria sessualità diventa prioritario

In cima alle notizie più chiacchierate dalla giornata c’è la vacanza alle Baleari di Victoria De Angelis, musicista dei Maneskin, in compagnia della sua nuova fiamma: la modella Luna Passos. La vacanza è stata ovviamente interamente raccontata da Victoria attraverso gli scatti e i video pubblicati sui suoi canali social. La stessa musicista ha parlato a più riprese dell’importanza di mostrare e parlare pubblicamente delle relezioni “non convenzionali”.

L’inclusione e l’accettazione sono certamente valori da incoraggiare e promuovere, ma siamo proprio sicuri che questo sia il modo giusto per farlo?

Inclusione e normalizzazione non sono l’unico tema importante

Victoria ha da sempre raccontato la propria esperienza di persona queer nel nostro paese, definito dalla stessa musicista “paese molto conservatore”.

È vero, l’Italia è un paese conservatore in cui, come sostenuto da Victoria in un’intervista a Vanity Fair del 2021 “ essere eterosessuali è la norma” e dove l’inclusione e l’accettazione di ciò che devia rispetto a questo orientamento sessuale, viene visto spesso, soprattutto tra le generazioni più mature, con sospetto e circospezione.

In altre parole, i principi sostenuti da Victoria e coerentemente comunicati al grande pubblico attraverso la musica della band, sono principi importanti, da sostenere e condividere.

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Questi temi sono proposti e trattati quotidianamente da svariati profili social e da tutte le testate giornalistiche. Questo focus e questo aggrapparsi con le unghie e con i denti a tutti i costi ai concetti di accettazione e normalizzazione, distoglie tuttavia l’attenzione da altri argomenti che meriterebbero invece qualche minuto di attenzione in più.

Ciò di cui si sente poco parlare per esempio è l’appiattimento del mondo dell’arte, compreso quello musicale, a semplice universo costellato da vip il cui ultimo abito indossato e più glamour taglio di capelli sfoggiato, rappresentano le notizie più importanti da comunicare al pubblico.  

In altre parole: Victoria De Angelis è una musicista, la sua vita sessuale e sentimentale dovrebbe trovarsi in secondo piano rispetto alla sua vita professionale. Anche perché, in fondo, non è proprio il momento in cui qualcosa non viene più portata alla ribalta perché considerata “normale” a rappresentare un vero e proprio contributo alla normalizzazione della cosa stessa? Se si vuole cioè normalizzare un orientamento sessuale diverso da quello eterosessuale, non è forse dando per scontato questo concetto tra le righe di una qualsiasi notizia che si verifica un vero processo inclusivo nella mente del singolo e di riflesso nell’intera società, invece di spiattellarlo in prima pagina a caratteri cubitali?

Invece no. A fare notizia è ancora una volta il nome dell’ultima fiamma e la location in cui si è tenuta la vacanza. Se si vuole sostenere un’artista, perché non focalizzarsi invece sulle sue abilità professionali, sui progetti discografici e sui concerti. Ciò che vende di più è evidentemente ormai ben lontano dalle abilità artistiche del soggetto.

Da Victoria De Angelis alle conseguenze di un uso distorto dei social

Al momento della propria nascita, i social avevano come obiettivo la promozione della creazione e del nutrimento di un legame tra le persone. Servivano per sentirsi più vicini ai propri cari lontani, e spesso venivano propriamente utilizzati anche come fonte d’ informazione primaria poichè le notizie condivise dalle principali testate giornalistiche avevano un valore reale per la comunità. Gli algoritmi dei social però a quanto pare, non vanno d’accordo con i principi etici e morali in precedenza realmente importanti. Le logiche del clic, della notizia fresca e delle informazioni più accattivanti, a prescindere dallo spessore del loro contenuto, hanno ceduto il posto, con il tempo, a notizie e contenuti sempre più frivoli. Determinati argomenti, proprio come quello della normalizzazione e dell’accettazione del “diverso”, sono diventati poi di vera tendenza al punto da oscurare o rendere banalmente meno interessanti tanti altri argomenti fondamentali per la società.

Se da una parte quindi i giornali dovrebbero impegnarsi di più in quella che dovrebbe essere la propria missione di informazione reale e utile allo sviluppo di cittadini consapevoli , dall’altra parte è altrettanto vero che siamo noi, con i nostri comportamenti, ad influenzare ed alimentare ogni giorno le logiche consumistiche dietro a questo genere di scelte giornalistiche. Ogni giorno, ogni singolo utente, può scegliere di comportarsi in modo più responsabile, anche semplicemente passando oltre una notizia “acchiappa clic”.

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